Giorgiana Velluti, designer romana, ha deciso di rimettere in gioco la sua vita. Ha lasciato un lavoro fisso per ascoltare la sua passione. Ora fa rinascere sedie e oggetti con l’arte della modellazione della resina.
Anche gli oggetti parlano. C’è una sedia, ad esempio, che racconta le fatiche accumulate nell’orto adiacente alla casa in campagna. Narra i capelli d’argento adagiati sulla spalliera e le gambe affaticate dal tempo che passa. E’ la sedia di nonna Adele, la prima creazione di Giorgiana Velluti, 39enne romana che un anno fa ha mollato un contratto a tempo indeterminato nel gruppo Virgin per dare ascolto alle sue passioni, creando il marchio ‘Remade’. Una follia in tempi di crisi per qualcuno. Un atto di coraggio, stimolato dall’accelerazione del battito cardiaco, per qualcun altro.
Anche gli oggetti parlano. C’è una sedia, ad esempio, che racconta le fatiche accumulate nell’orto adiacente alla casa in campagna. Narra i capelli d’argento adagiati sulla spalliera e le gambe affaticate dal tempo che passa. E’ la sedia di nonna Adele, la prima creazione di Giorgiana Velluti, 39enne romana che un anno fa ha mollato un contratto a tempo indeterminato nel gruppo Virgin per dare ascolto alle sue passioni, creando il marchio ‘Remade’. Una follia in tempi di crisi per qualcuno. Un atto di coraggio, stimolato dall’accelerazione del battito cardiaco, per qualcun altro. La sedia di nonna Adele, però, è nata molto tempo prima di un anno fa, quando i desideri erano ancora degli hobbies da praticare in quel tempo libero che era sempre più ridotto. La camera da letto di Giorgiana era anche la sua officina, stipata di vernici, giornali e riviste da cui ritagliare pezzi di memoria. Perché tutti gli oggetti creati dalla creative designer romana raccontano il ‘palmares’ della persona che li ha vissuti. Narrano il tempo che scorre; ricordano pezzi di vita e si mostrano con il loro abito nuovo. Curly California, ad esempio, è una sedia pop che racconta il viaggio di Giorgiana tra gli accesi colori della West Coast e i suoni ‘crik crok’ delle patatine inghiottite con avidità in quell’esperienza americana. Il paralume nella sua stanza, ricavato da una vecchia T-shirt consunta, ogni volta che s’illumina mostra un aneddoto da ripescare in 15 anni di vita. “Con le mie creazioni ho trovato il modo per dare un significato diverso a una storia -racconta Giorgiana -. Mi piace conservare l’anima dell’oggetto ed esaltarla con l’uso di colori shocking, di un messaggio celato o evidente, del mio marchio e di un numero”. Ogni oggetto della collezione Remade, infatti, ha già una sua carta d’identità, ma presto avrà anche un passaporto. “A ottobre esporrò a Londra per ‘Italica design’ che propone piccoli marchi italiani ancora poco conosciuti. Porterò la sedia ‘London’, creata ad hoc per l’occasione, che avrà un vero e proprio passaporto dove si leggerà cos’era prima, cos’è adesso e come sta con questo nuovo vestito”. Praticamente è il tempo che scorre, che poi è il messaggio più evidente di ‘Remade’, come si può notare anche nella grafica del logo che mostra il divenire di caratteri gotici arzigogolati in semplici ed essenziali font moderni. Anche la tecnica è andata via via modificandosi con il tempo. Ora l’acrilico e il decoupage con rifiniture di resine sono a prova di seduta, anche se alcuni clienti custodiscono le loro nuove sedie come veri e propri oggetti d’arte. Della serie guai a chi poggia le proprie natiche lì sopra. “Nella vita non si può improvvisare. Ho cominciato a studiare all’Istituto ‘Quasar’ in via Nizza, perfezionando così l’istinto artistico che è nel mio dna e l’ho unito alle competenze manageriali che ho acquisito con il mio lavoro alla Virgin”. Giorgiana da un anno espone allo show room di M&B Interior Design in via Gregorio VII, 33. Le sue creazioni costano dai 150 ai 350 euro. In un anno ne ha vendute circa cinquanta a clienti di passaggio o a persone che hanno conosciuto e apprezzato la sua tecnica. “A ogni cliente chiedo cosa vorrebbe su quella sedia, cosa rappresenta e cerco di rappresentare tutto al meglio. Quegli oggetti parlano attraverso me”.
Fino a ottobre, però, dovranno rimanere in silenzio. La concentrazione è tutta rivolta alla sfida londinese. “Mi piace che il mio marchio cominci a viaggiare. Mi piace che il made in Italy sia riconosciuto all’estero”. D’altronde Giorgiana Velluti è un’italiana doc che, in tempi di grandi dilemmi sul chi va e il chi resta, ha deciso di non lasciare il suo paese. “L’Italia non è un paese da cui fuggire, ha solo bisogno di essere rivalutato”.
@LBastianetto